La peculiarità dell’intervento consiste nel particolare ciclo realizzativo che ha visto una sinergia - fin dall’inizio dell’ideazione, tra i progettisti ed i committenti riuniti in cooperativa, e poi con l’impresa esecutrice - che ha condotto, all’interno di un quadro di
edilizia sociale, ad offrire residenze di alta qualità a costi al mq. ampiamente contenuti rispetto agli usuali prezzi di mercato.
Tale risultato, grazie anche ad un contributo ottenuto partecipando ad uno specifico bando indetto dalla Regione Marche, è stato raggiunto attraverso la partecipazione diretta dei soci a diverse fasi esecutive realizzate in ‘autocostruzione’.
La componente sociale del “cohousing”, d’altra parte, ha indotto una particolare articolazione di spazi ‘comunitari’, spazi di ‘relazione di prossimità’, spazi ‘semiprivati’ e spazi ‘privati’, che ha contribuito a dare forma ad una configurazione insediativa ed architettonica sobria ma riconoscibile nel contesto urbano, segnato da un crescente rischio di marginalizzazione dovuto alla progressiva riduzione delle attività artigianali che costituiscono la caratteristica funzionale dell’area d’intervento.
L’area oggetto del presente intervento è situata nell’immediata periferia Ovest della città di Senigallia. Essa è caratterizzata dalla presenza di un ex-complesso agricolo, realizzato intorno agli anni ’40 del secolo scorso, comprendente fabbricati ad uso agricolo ed abitativo inutilizzati da decenni ed ormai fatiscenti e dalla presenza di macchie verdi di varia natura con un filare alberato sul lato di Via Mattei. Il complesso edilizio in questione, realizzato come azienda agricola, ha rappresentato un punto di riferimento per lo sviluppo del quartiere “Cesanella”. L’espansione edilizia degli anni Sessanta infatti si sviluppò lungo il reticolo, ancora esistente, degli ex orti di pertinenza dell’azienda agricola, mentre gli edifici in questione risultarono sempre meno operativi. Nel corso degli anni Ottanta, il nuovo quartiere Cesanella viene delimitato dal Piano per gli Insediamenti Produttivi (PIP) che destinava l’area e i volumi in questione per attività di interesse collettivo al servizio delle aziende all’interno del PIP.
Il difficile decollo dell’area artigianale e il progressivo indebolimento funzionale e morfologico dell’area hanno determinato un processo di emarginazione di questa parte di città, favorendo l’insediamento abitativo promiscuo e abusivo di famiglie extracomunitarie o socialmente disagiate.
L’area d’intervento è caratterizzata dalla presenza di diverse macchie di vegetazione (in parte naturale, in parte disordinatamente piantumata) costituita principalmente da querce, olmi, gelsi, cipressi. La vegetazione si addensa principalmente nei bordi Sud-Ovest e Nord-Ovest (lungo via Mattei e la zona industriale Nord) colmando gli spazi tra gli edifici esistenti e spesso invadendo l’area di sedime dei corpi parzialmente crollati.
Altra caratteristica di questa parte di città è la dominante del reticolo ortogonale tra via Mattei e la strada statale che, derivante dall’antica maglia poderale degli orti e campi coltivati, ha generato il tracciato viario del quartiere, malamente recuperato dal PIP confinante.
Considerati i vincoli e le potenzialità presenti nell’area, dal punto di vista insediativo l’intervento viene così strutturato:
- il fronte ‘urbano’ si attesta su via Corvi dove sono collocati gli ingressi principali (pedonale e carrabile) del complesso residenziale
- Il fronte dell’edificio viene qui arretrato rispetto alla strada per realizzare un filtro costituito dal parcheggio pubblico (realizzato contestualmente agli edifici) e dal parcheggio condominiale
- il fabbricato è organizzato con due corpi allungati ripiegati a 90 gradi, aperti verso lo spazio aperto centrale nel verde ed incernierati da un corpo d’angolo minore dove è collocata la sala collettiva ed il corpo dei servizi
- lo slittamento verso il limite posto dall’ingombro del parcheggio pubblico su via Corvi consente il massimo allontanamento da via Mattei e nello stesso tempo il mantenimento delle alberature esistenti
- la conformazione ad “elle” del fabbricato consente l’orientamento della “corte aperta” verso Ovest che, considerata la funzione comunitaria dell’insediamento, produce uno spazio aperto con soleggiamento pomeridiano (nel momento del rientro delle famiglie) anche se temperato dall’ombreggiamento delle alberature ad alto fusto
- la disposizione dei due corpi di fabbrica consente nello stesso tempo il corretto posizionamento sopra di essi di pannelli solari con orientamento Sud-Est e Sud-Ovest
- il sistema dei percorsi pedonali si articola dall’ingresso su strada (collocato nella separazione tra il parcheggio pubblico e quello condominiale) attraverso un vialetto che, attraversato un sottoportico con funzione di filtro tra l’area urbana e l’area privata comunitaria, distribuisce poi ad ‘elle’ tutte le unità abitative sottopassando i passaggi a ponte delle scale in ferro
Dal punto di vista tipologico i due corpi di fabbrica principali sono aggregati “a schiera” con un dispositivo distributivo finalizzato alla fruizione di un’area verde privata sia da parte degli appartamenti al piano terra sia di quelli al primo piano.
I due percorsi dorsali che distribuiscono ad elle tutti gli appartamenti aprono infatti da un lato agli appartamenti del piano terra (dotati di un proprio spazio verde sia sul fronte d’ingresso che sul retro) e dall’altro agli appartamenti del primo piano, i quali accedendo al proprio spazio verde pertinenziale raggiungono l’unità abitativa tramite una scala che oltrepassa a ponte i due percorsi principali, creando uno ‘spazio di prossimità’ dotato al tempo stesso di una valenza ‘urbana’.
Il Corpo 1 parallelo a via Corvi è composto da 12 appartamenti (6 al piano terra e 6 al piano primo), mentre il Corpo 2 ortogonale al primo contiene 8 appartamenti (4 al piano terra e 4 al piano primo). Il piccolo Corpo 3 di un solo piano, che funge da raccordo degli altri corpi di fabbrica, si pone come cerniera architettonicamente connotata come fulcro della composizione e contiene la sala condominiale per l’incontro delle famiglie e per le occasioni conviviali. Nella fascia esterna di tale corpo sono collocati la centrale termica ed i vani tecnici, in posizione adeguata per la distribuzione dell’impiantistica.
Dal punto di vista architettonico i due corpi di fabbrica principali si presentano molto sobri e lineari, coperti con tetto piano non praticabile e con la caratterizzazione delle porzioni di falde inclinate per l’alloggiamento dei pannelli solari che consentono un innalzamento dell’altezza delle zone giorno al piano primo (con zone soppalcate) e marcano, soprattutto nel Corpo 2, dei portali di copertura delle zone d’ingresso delle unità immobiliari.
Le dimensioni degli alloggi richiesti dalla comunità di cohouser, sono così articolate :
- N 6 alloggi da 56.02 mq di superficie utile calpestabile per nucleo familiare composto da tre persone
- N 8 alloggi da 69,16 mq di superficie utile calpestabile per nucleo familiare composto da quattro persone (due camere doppie)
- N 2 alloggi da 76,87 mq di superficie utile calpestabile per nucleo familiare composto da quattro persone (una camera doppia e due singole)
- N 4 alloggi da 87,26 mq di superficie utile calpestabile per nucleo familiare composto da cinque persone
Per quanto riguarda il sistema costruttivo l’edificio è realizzato con struttura in legno X-lam su un piano di fondazione costituito da travi rovesce con solaio in latero-cemento al piano terra, che consente la realizzazione di un vespaio aerato.
Le particolari scelte tipologiche e costruttive hanno consentito di raggiungere una prestazione energetica di classe “A4” e la caratteristica principale che presenta è un'elevata efficienza d’isolamento termico dell'involucro edilizio esterno, in quanto il primo passo per il risparmio energetico in edilizia è ridurre al minimo le dispersioni termiche. Al fine di ottenere tale obiettivo in un’edilizia a costi contenuti la prima scelta progettuale riguarda la forma dell'edificio che, presentandosi piuttosto compatta, comporta una minore superficie disperdente e quindi un fabbisogno energetico minore.
La presenza di una struttura portante in legno lamellare continuo contribuisce d’altra parte all'efficienza dell'involucro esterno, costituito da un pannello in legno x-lam da 10 cm., cappotto esterno in lana di roccia con uno spessore di 12 cm, e controparete interna isolata con lana di roccia, con interposti i necessari teli antivento e di freno al vapore.
Il pacchetto di copertura ha un isolamento termico di 16 cm di spessore in EPS ad alta densità, con sovrapposto un massetto rigido ed un pavimento galleggiante ombreggiante, necessario per garantire ottime prestazioni di isolamento termico per l'inverno e di un accettabile sfasamento e smorzamento del calore in ingresso in estate.
Complessivamente tutte queste scelte progettuali sono significativamente migliorative rispetto alle prescrizioni minime fissate dal D.Lgs 192/05 e dai successivi decreti sul rendimento energetico in edilizia.
L’impianto in progetto è del tipo centralizzato a servizio delle 20 unità immobiliari residenziali, con pannelli radianti a pavimento, per riscaldamento e produzione centralizzata di ACS, con sfruttamento delle risorse energetiche rinnovabili.
L’impianto termico è alimentato da pompa di calore aria/acqua ad alimentazione elettrica con integrazione di caldaia a condensazione per i picchi di freddo in grado di aumentare al massimo la resa stagionale del sistema e garantire confort e sicurezza in ogni condizione di utilizzo.